Spero di non sembrare sgarbata ai tipi più fini…
Lo so che “l’erba voglio” non cresce in tutti i
giardini,
ma adesso ho quasi trent’anni e in barba
all’educazione
archivio il condizionale, che spesso è solo
questione
di starsene buoni e zitti, attenti a non far
rumore.
Ma quale “vorrei” e “vorrei”? Io voglio, con tutto
il cuore!
Io voglio, quasi da sempre, imparare a suonare
l’arpa,
saper lavorare ai ferri da fare almeno una sciarpa
che sia tutta colorata, così la regalo a Natale,
perché voglio soddisfare la mia vena artigianale.
Io voglio una casa allegra, in ordine poco importa,
poesie scritte sopra il muro e amici sempre alla
porta,
io voglio guardare il cielo per trenta giornate al
mese,
scattare le foto al grano, guardare i film in
inglese,
poi voglio perdere tempo, ma solo se ci guadagno,
fissare per mezzanotte diversi spuntini e un bagno,
andare a scuola di canto, piantare l’orto in
balcone,
a luglio mangiare pesche da farne un’indigestione.
Un giorno voglio imparare a fare la verticale,
a fare la spesa giusta perché niente vada a male,
a correre almeno un’ora riuscendo anche a
respirare,
poi voglio scrivere un libro per dire quel che mi
pare.
Io voglio fare la pizza e voglio che venga buona,
andare alle sagre estive, sentire un gruppo che
suona,
poi leggere mille libri ma senza nessuna fretta,
partire da casa presto per muovermi in bicicletta,
comprare solo i vestiti con cui mi sento me stessa,
giocare un po’ alla gitana ma anche alla
principessa,
non dire di no alle cose che sfuggono
all’ordinario,
provare a assaggiare tutto, fregarmene dell’orario,
io voglio restare in spiaggia finché non è tutto
spento,
io voglio, per parrucchieri, salsedine, sole e
vento,
non voglio schiacciare i ricci che tornano
dall’inverno,
non voglio dire “vorrei”, e poi attendere in
eterno.
Che poi devo solo alzarmi, e smettere di annunciarlo:
se voglio fare qualcosa, non devo che andare e
farlo.