Chi si chiede cosa si fa qui si rassereni: esattamente non lo sa nessuno.
Io ci metto qualche parola e qualche foto.
Con un'unica regola: solo finché mi fa felice.

domenica 3 gennaio 2016

Le cose grandi non fanno rumore

Le cose grandi non fanno rumore. Non è che si sentano squilli di trombe, o che esplodano i fuochi d’artificio. Le cose grandi succedono in mezzo al resto, e non fanno fermare il mondo, con tutte le sue incombenze un po’ banali: non si annunciano, non richiamano l’attenzione. Le cose grandi accadono in un secondo, e certe volte si preparavano da anni, ma in altri casi sono spiazzanti come una bomba: non lo sapevi che stava arrivando, altrimenti mica ti facevi trovare così, con quella faccia e con quel casino. Ad esempio quando uno muore, non è che prima chieda il permesso, o mandi un biglietto a chi più gli è caro. Farebbe comodo, certo, così gli si potrebbe chiedere scusa nel caso ci sia qualcosa da scusare, o dirgli ti voglio bene se fosse aperta qualche ferita; restituirgli quel libro che ci aveva prestato tanti anni prima oppure aiutarlo a mettere su quel quadro, che ce lo aveva chiesto un bel po’ di volte, ma per una ragione o per un’altra non erano mica la volta buona. Quando uno invecchia non te ne accorgi, non c’è una musica a segnalarlo. Non fa rumore se ti innamori. Probabilmente hai il vestito sbagliato. Potrebbe esserci un tempo di merda, magari la nebbia, magari piove: niente di eroico o romantico o ché, ma proprio un tempo di quelli insulsi, che non diresti che accada niente, se non il traffico per le strade, e le pozzanghere e troppi ombrelli, che si rovesciano al primo vento. Non mi risulta faccia rumore un’amicizia che nasce, né un’amicizia che un po’ si allenta. Un’opinione che cambia, un perdono che sboccia, una vita nuova che inizia. Le cose grandi non fanno rumore. Hai presente la primavera? È così zitta, nel suo fiorire, che puoi correrle in mezzo sulla tua macchina, con i tuoi orari da rispettare e la tua recita quotidiana, e pestarla e stropicciarla anche un poco, ma non sentire proprio un bel niente. Pianeti che girano e Soli che li baciano dalla distanza perfetta, ghiacciai che si rimodellano e letarghi che cessano, ma non ne fanno granché, di rumore.
Vorrei un anno diverso, che vada piano abbastanza da sentirne la voce. Vorrei sentirle, le cose grandi. Svegliarmi e saperlo sempre, in fondo, che quello potrebbe essere proprio il giorno in cui, proprio il giorno buono per. Fermarmi di tanto in tanto e lasciare che la vita accada, nel momento che c’è. Non domani, non ieri: nel momento che c’è, per com’è. Andare piano, stare in ascolto. Avere fretta soltanto ad amare, che lì non è il caso di perdersi in ciance. 

Un felice 2016 a tutti!