Le cose grandi non fanno rumore. Non è che si
sentano squilli di trombe, o che esplodano i fuochi d’artificio. Le cose grandi
succedono in mezzo al resto, e non fanno fermare il mondo, con tutte le sue
incombenze un po’ banali: non si annunciano, non richiamano l’attenzione. Le
cose grandi accadono in un secondo, e certe volte si preparavano da anni, ma in
altri casi sono spiazzanti come una bomba: non lo sapevi che stava arrivando,
altrimenti mica ti facevi trovare così, con quella faccia e con quel casino. Ad
esempio quando uno muore, non è che prima chieda il permesso, o mandi un
biglietto a chi più gli è caro. Farebbe comodo, certo, così gli si potrebbe
chiedere scusa nel caso ci sia qualcosa da scusare, o dirgli ti voglio bene se
fosse aperta qualche ferita; restituirgli quel libro che ci aveva prestato tanti
anni prima oppure aiutarlo a mettere su quel quadro, che ce lo aveva chiesto un
bel po’ di volte, ma per una ragione o per un’altra non erano mica la volta
buona. Quando uno invecchia non te ne accorgi, non c’è una musica a segnalarlo.
Non fa rumore se ti innamori. Probabilmente hai il vestito sbagliato. Potrebbe
esserci un tempo di merda, magari la nebbia, magari piove: niente di eroico o
romantico o ché, ma proprio un tempo di quelli insulsi, che non diresti che
accada niente, se non il traffico per le strade, e le pozzanghere e troppi
ombrelli, che si rovesciano al primo vento. Non mi risulta faccia rumore un’amicizia
che nasce, né un’amicizia che un po’ si allenta. Un’opinione che cambia, un
perdono che sboccia, una vita nuova che inizia. Le cose grandi non fanno
rumore. Hai presente la primavera? È così zitta, nel suo fiorire, che puoi
correrle in mezzo sulla tua macchina, con i tuoi orari da rispettare e la tua
recita quotidiana, e pestarla e stropicciarla anche un poco, ma non sentire
proprio un bel niente. Pianeti che girano e Soli che li baciano dalla distanza
perfetta, ghiacciai che si rimodellano e letarghi che cessano, ma non ne fanno
granché, di rumore.
Vorrei un anno diverso, che vada piano abbastanza
da sentirne la voce. Vorrei sentirle, le cose grandi. Svegliarmi e saperlo
sempre, in fondo, che quello potrebbe essere proprio il giorno in cui, proprio
il giorno buono per. Fermarmi di tanto in tanto e lasciare che la vita accada,
nel momento che c’è. Non domani, non ieri: nel momento che c’è, per com’è. Andare
piano, stare in ascolto. Avere fretta soltanto ad amare, che lì non è il caso
di perdersi in ciance.
Un felice 2016 a tutti!