Chi si chiede cosa si fa qui si rassereni: esattamente non lo sa nessuno.
Io ci metto qualche parola e qualche foto.
Con un'unica regola: solo finché mi fa felice.

martedì 13 gennaio 2015

Quasi quindici miliardi di pupille

Qualcosa sulla strage di Parigi, in qualche modo, volevo dirlo, ma parole sensate non ce n’erano. Finché non è uscita una filastrocca, che almeno non ha grosse pretese… però che siamo piccoli lo dice. Oh sì, piccoli piccoli davvero.

Uno sguardo sconosciuto, rubato a Madrid

Cosa penserà la luna sotto tutti quegli sguardi
che decollano da Terra quando, svegli fino a tardi,
incapaci di dormire, dentro il buio bello e denso,
le chiediamo senza voce, senza pace, qual è il senso?

Ogni giorno quanti occhi, tutti proiettati al cielo:
dall’Arabia gli occhi neri, luminosi sotto il velo,
gli occhi stretti dalla Cina, ma non meno spalancati,
occhi blu da settentrione, occhi veri ma truccati,
occhi con un punto al centro lungo gli argini del Gange,
occhi e piercing sull’arcata, malcelati dalle frange,
occhi avidi di luce, insaziabili di stelle,
occhi lucidi africani, a contrasto con la pelle.

Quasi quindici miliardi di pupille a interrogarla:
uditorio niente male, per un astro che non parla!
Ma son certa che, se esiste, fa due chiacchiere con Dio
(che è suo padre, per inciso, oltre ad essere tuo e  mio):
qualche volta rideranno di noi presuntuosi gnomi
che omaggiamo il nostro Dio di un’infinità di nomi
non capendo, nonostante la diversità dei frutti,
che sicuramente l’albero è il medesimo per tutti
e non servono astronavi per andare più lontano
finché si combatte in nome della Bibbia o del Corano.
Per difendere la fede ci si uccide e si minaccia…
di avvocati così folli non so Dio che se ne faccia.

Cosa penserà la luna di noi sette e più miliardi
che a parole ci diciamo integerrimi baluardi
di giustizia, rettitudine, virtù e democrazia
purché la tua concezione non contrasti con la mia?

Abitudine sublime contemplare l’universo
ma la luna ci direbbe, per un esito diverso,
di direzionare gli occhi verso mete più terrene
e guardarci un po’ a vicenda. Sta a veder che ci fa bene.

lunedì 5 gennaio 2015

Compie peccato chi si trattiene

Tra i momenti più belli del 2014 - quei momenti un po' folgoranti che in pochi istanti ti fanno capire ciò che mille libri non avrebbero potuto spiegarti - c'è stata la serata ad un concerto, e allora per il 2015 mi sono regalata un altro biglietto. Perché ne sono sempre più convinta: chi sa cantare e se ne sta zitto è veramente un tipo maleducato, almeno quanto chi perde un'occasione per sentirsi pieno. :)



Hai presente la gente ai concerti?
Migliaia di occhi e di cuori aperti,
gli Iphone che ondeggiano nella sera
come le lucciole a primavera
ormai rimpiazzano gli accendini.
E tutto prova che siamo divini,
perché piangiamo senza ragione
per qualche gioco di vibrazione,
basta una voce suadente o roca
perché ci venga la pelle d’oca
e non c’è modo di dire in prosa
quell’emozione vertiginosa
che tutti sanno, dentro la ressa.
Ha un po’ il sapore di una promessa
che si vorrebbe tenere in vita
anche più tardi, quando è finita.

E c’è un casino così assordante
che ha qualche cosa di rilassante
perché non riesci a parlare piano,
per cui stai zitto e voli lontano,
oppure gridi, ti squarci il petto
ma la tua voce perde il suo effetto,
le tue parole diventan piume
ma il cuore pompa a tutto volume.

E chi non canta quand’è intonato
sicuramente compie peccato,
come chi ha i piedi però non corre,
chi ha tutti i numeri e non concorre,
chi ha il ritmo dentro però non balla,
chi sa nuotare e sta solo a galla.
Compie peccato chi si trattiene
da una risata quando gli viene,
chi è innamorato ma non lo dice,
chi aspetta dopo ad esser felice.

sabato 3 gennaio 2015

Ci diranno che siamo dei tonti

Stavolta il fotografo è Andrea Parenti... Grazie! 

Vedendo la Rocca Sforzesca, così bella in mezzo al prato:
“Di sera sarà stupenda, il muretto sarà affollato”
Mi ha detto un’amica di Roma, trasferitasi qui da poco;
le ho detto che invece è deserta… ha pensato dicessi per gioco.

Ammettiamolo, spesso succede: apprezziamo le cose proibite
mentre quelle che abbiamo vicino le vediamo sfocate e sbiadite.
Se mai qui arriveranno gli alieni ci diranno che siamo dei tonti
se per ogni happy hour al bar ci perdiamo altrettanti tramonti.

giovedì 1 gennaio 2015

Ci piace farlo, ma lui fa noi

Come (quasi) sempre, foto di Elena Orsi

E' come una musica che non si ascolta ma si vive,
come un poema che non si legge però si scrive,
come un accordo che non sapevi però lo suoni,
come un problema che non sai fare però ti poni.

E' quando il sole non è più in cielo ma brilla forte,
è quando hai in mano le carte giuste contro la morte,
quando per fare la primavera non servon fiori,
quando sei cieco ma sai abbinare tutti i colori.

L'amore tutti l'hanno cantato ma non si dice.
E' sia il poeta che la Camèna sua ispiratrice;
ci rende padri, ci rende figli, ci rende eroi.
L'amore quanto ci piace farlo, ma lui fa noi.


A tutti quelli che capitano su questa pagina di pensieri - a chi ci finisce per sbaglio, a chi l'ha proprio cercata e a chi non ci capiterà mai -  l'augurio di un 2015 diversissimo da ciò che sogna, perché scandalosamente più bello. Magari con qualche risposta, ma straripante di domande. 
Buon anno! Si comincia!