Chi si chiede cosa si fa qui si rassereni: esattamente non lo sa nessuno.
Io ci metto qualche parola e qualche foto.
Con un'unica regola: solo finché mi fa felice.

giovedì 23 luglio 2015

Oggi luglio mi sembra Natale


Afa estiva, dei fiori, l’altare.
Le signore del borgo curiose.
I ventagli, le scarpe più ardite.
Qualche scatto comincia a volare.
Chi avrà scelto quei vasi di rose?
Anche all’ombra sudore a pepite.
Bottigliette dell’acqua appannate.
Gonne lunghe, leggere, pastello.
Qualche uomo si toglie la giacca.
Una paglia. Le nostre risate.
Manca lei solamente all’appello.
Allo sposo una stretta, una pacca.

Oggi luglio mi sembra Natale
perché è chiaro, si aspetta qualcosa.
Una strana euforia nell’attesa.
Non si sa cosa c’è di speciale,
perché non è nemmeno la sposa
che aspettiamo davanti alla chiesa.
E l’amore esisteva da tanto,
non è oggi il principio di tutto.
Non è neanche l’arrivo, la meta.
Non è fiaba, non è solo incanto.
Non tutela da quello che è brutto.
Però il riso. Gli scialli di seta.
Quest’attesa, la trepidazione.
Qualche cosa dev’esserci in ballo.

Guarda, ecco che arriva. Candore.
E si guardano ed è un’esplosione
sotto il sole vestito di giallo.
Che sia semplice, forse, l’amore?
Che sia tutto in quegli occhi infiniti?
E vabbé la cravatta ed il velo.
Ma quegli occhi ed il loro riflesso.
Storie vere. Gli abbracci. Le liti.
Qualche volta l’inferno, poi il cielo.
Che il per sempre sia fatto di adesso.

venerdì 17 luglio 2015

E' l'estate che vi parla


Abitanti del pianeta, è l’estate che vi parla.
L’anno scorso, lo sapete, mi son presa una vacanza:
ero stanca ed ho pensato fosse mio diritto farla,
ma vi siete lamentati della strana latitanza
e sembravo ricercata, ci mancava “Chi l’ha visto”
per concludere il quadretto degno di un’apocalisse.
Volevate andare al mare, trangugiare il fritto misto,
diventare tutti neri, soddisfare quelle fisse
che da sempre, con l’estate, sono date per scontate.

Finalmente son tornata, ma ho un’insolita impressione…
Correggetemi se sbaglio… anche qui vi lamentate?
Forse io farò i capricci, ma son buffe le persone.
Anziché sbuffare sempre e avanzar delle pretese
apprezzate la mia indole solare e assai caliente
perché non è mica eterna, dura giusto qualche mese.
Non lo sa cosa si perde chi non vive mai il presente.

lunedì 13 luglio 2015

Ho pensato che


Ho pensato che se noi eravamo in tre
- io, mia mamma ed Annalisa, la mia amica -
e ciascuna, nello zaino, lì con sé,
si portava un po’ di gioia e di fatica,
molte risa, qualche lacrima e un bel sogno,
tanti bei ricordi dentro la memoria,
molte debolezze (non me ne vergogno),
cicatrici – narratrici di una storia -
poi la voglia di saltare fino al sole,
chili e chili di pensieri e di speranze,
un archivio sconfinato di parole,
desideri annullatori di distanze,
più crateri, rughe e ombre della luna,
qualche delusione e piccoli successi,
una dose equa di sfighe e di fortuna,
e valanghe di passioni e di interessi…

Ho pensato - vi dicevo - che se è vero
che in tre appena portavamo tante cose,
figurarsi nello stadio tutto intero
che abbondanza di bellezze strepitose!
Pensa te se così in tanti si pensasse
a un pensiero grande e rivoluzionario.
Se poi subito non lo si abbandonasse…
Pensa te che potenziale straordinario.

Quanti cuori, teste, braccia, piedi e voci
che si sono con pazienza messi in fila.
I messaggi belli vanno più veloci
quando li si canta insieme in 30 mila,
e ho pensato “basterebbe tanto poco
per sentirci così belli e così vivi.”
Faccio un calcolo un po’ serio e un po’ per gioco:
30 mila e più persone coi panini,
scarpe comode e la voglia di ballare,
fanno in tutto 30 mila e più destini.
Mi emoziona, senti. Che ci posso fare?

venerdì 10 luglio 2015

E il cielo, quello esiste veramente?



E dicono che la magia non esista,
che esista solo quello che si vede.
Per caso un’emozione l’hai mai vista?
Esiste quel tuo battere col piede
guidato da dei fili inconsistenti,
che non li vedi mai però li senti?

Non ho mai visto il cuore di un bambino
ma credo ci stia dentro l’universo,
non ho mai visto il sole da vicino
eppure non ti guardo di traverso
se giuri che è più enorme della vita.
Non tutto puoi afferrarlo con le dita.

La musica ad esempio non si tocca,
e un libro sembrerebbe non parlare,
però non riesci a chiudere la bocca
perché qualcosa ti obbliga a cantare
e una parola scritta cambia il mondo:
un seme nero, piccolo e fecondo.

Non credo di aver mai visto l’amore,
non l’ho mangiato né tenuto in mano,
ma so che esiste, come esiste un fiore
anche se a prima vista è tutto grano,
perché diversamente non si spiega
qualcosa che ti libera e ti lega,
ti fa investire tutto ma non costa.

E il cielo, quello esiste veramente?
Esiste veramente una risposta?
Io so che la mia anima non mente
e che non cercherebbe così in fretta
qualcosa che non c’è e che non mi spetta.

giovedì 2 luglio 2015

Tane strane: vi invito per un caffé

Oggi ho deciso di fare una cosa diversa dal solito. In città più fantasiose della mia - dove l'arte non è considerata un capriccio per gli ingenui - può succedere di visitare la casa di un artista: la porta aperta, una musica invitante al posto dello zerbino "Benvenuti", qualche immagine bizzarra alle pareti o un intreccio di sculture lungo il corridoio, che devi stare attento a dove metti i piedi per non pestare qualcosa che un giorno potrebbe finire sui libri di scuola.

Insomma: complici il tempo libero e una macchinetta fotografica imperfetta ma dignitosa, ho deciso di aprire le porte di casa mia. Io non ci abito più, a dire il vero, ma è pur sempre casa Orsi. Piena di ricordi, piena di pezzi di me, piena in generale, ecco. Piena di tutto, lo vedrete.

Varcata la soglia eccoci qui, in una giornata di sole e di ordinaria confusione. Niente di che, come potete vedere.


Anche se, a ben guardare, si possono cogliere tenere tracce di vita. Tipo un fiore arancione in un bicchiere blu, o un augurio scritto di buona giornata.


C'è sempre qualcuno che accoglie gli ospiti, e non prendetevela per il broncio del bimbo: dev'essere ancora per quella volta che gli ho staccato la testa, e per non farmi scoprire dal capo l'ho nascosta sotto un cuscino. Ad ogni modo il capo (mia mamma) si sarebbe arrabbiato di più se avessi rotto la fanciulla più in basso, presumo. Perché quella l'ha fatta lei.



Ma accomodatevi un momento in cucina. Mentre prendo da bere guardatevi pure attorno e fate conoscenza con qualche foto, con l'orso bianco e con i sassi, con piatti che sembrano pizzi e altre fanciulle custodi di questa strana tana.






Se poi per una boccata d'aria ci spostiamo in balcone, ecco che ci troviamo in un buffo genere di giardino. Di fiori ce ne sono, e anche di foglie e di bacche. Ma a volte sono secchi, siccome vengono da lontano: c'è chi ha la mania di raccoglierli ovunque si trovi. Perché - dice - ogni venatura, ogni ruga e ogni bitorzolo che c'è in natura è bellissimo, se lo sappiamo guardare. A mia mamma, Anna Rita, tutto dà l'ispirazione per le ceramiche e le creazioni di filo di ferro, che stanno prendendo il sopravvento un po' ovunque.















Andiamo nella zona notte, dai. Prima passiamo dal corridoio, salutando il gatto alato firmato Elena. Poi entriamo nella mia camera da letto, che nell'ultimo anno è diventata una foresta di bozzetti e di sculture fatte di terra, di sassi, di ferro e di carta. Tra vecchi peluche, diari segreti della mia adolescenza, foto ricordo e portamatite è tutto in bilico e bisogna stare un po' attenti a muoversi, come ci fa notare un bel biglietto sulla scrivania. Per fortuna The Little Grey Rabbit controlla i visitatori.










Perché sul tavolo ci sono loro:








Per non parlare di cosa c'è sotto il tavolo! Basta chinarsi un momento, così:




Ma anche sugli scaffali, sul muro, e vicino allo specchio. E' un'invasione, ve lo avevo detto subito.








E poi ci sono io, che fotografo tutto. Non è che uno debba andare chissà dove, per vedere qualcosa di interessante.


La camera dei miei, forse, è il vero tempio dell'artista. Degli artisti, per la precisione, perché anche mio babbo se la cava piuttosto bene. Un po' Orso, ma poetico dentro.



Anche qui c'è un custode, e sembra pure un tipo solare.


Persino Gesù si è guadagnato un bel vestito di foglie e di fiori secchi, e se ne sta accanto all'omino di filo. Spero non se ne abbia a male, ma credo proprio di no.






In mezzo a tutta quest'arte, niente sembra impossibile. Le bambole si innamorano degli orsetti, le foglie sono come ricamate, e gli angeli portano le zebre al guinzaglio.




Entrando in camera di Elena, invece, bisogna passare sotto uno sguardo così:


Esatto, è molto brava con le matite. E' brava anche a lasciare tutto in disordine, ma poi va a finire che ci mette una chitarra in un angolo, uno specchio per terra, un cappello appeso a una molletta gigante e un uccellino sul muro, ed ecco che, per magia, ti sembra quasi fatto apposta. Per forza, dev'esserci un senso segreto nel caos. Altrimenti non so, dite che sarebbe così bello?






Bene miei cari, la visita è finita. Spero vi siate divertiti e abbiate voglia di tornare. Siamo piuttosto pieni, ma forse è proprio quando si è pieni che c'è posto per tutti. Portate chi volete, a presto! :)


PS: Alcune creazioni di Anna Rita sono visibili qui, mentre questo è il suo blog, dove trovate anche i suoi contatti. Questa, invece, è la sua pagina facebook.