Chi si chiede cosa si fa qui si rassereni: esattamente non lo sa nessuno.
Io ci metto qualche parola e qualche foto.
Con un'unica regola: solo finché mi fa felice.

mercoledì 15 ottobre 2014

Per questo siamo belli

Una sciocchezza così, per sorridere un po' e per prenderci un po' in giro. Per tutti quelli che ogni mattina si svegliano con un piccolo grande progetto, lo boicottano abilmente durante il giorno - attimo per attimo - e all'alba successiva, come fossero nuovi di zecca, non vedono l'ora di riprogettare tutto daccapo. Non con meno fiducia, ma con entusiasmo raddoppiato.

Foto invitante di Elena Orsi :)

La dieta, lo sappiamo, comincia dal mattino,
però se a colazione ti fai prender la mano
puoi sempre compensare cassando uno spuntino
di qui al prossimo pasto… fortuna che è lontano!

Ma ahimé verso le dieci, se arrivano i colleghi
facendo grandi annunci di party o promozioni,
ti danno un pasticcino… tu cosa fai, lo neghi?
Sarebbe da altezzosi, da snob e da cafoni!

Tranquilli ad ogni modo, i giorni sono lunghi…
puoi ancora eliminare qualcosa dal tuo pranzo:
bocciate le crespelle, promuovi solo i funghi…
sarai già così sazio che lascerai l’avanzo.

Però il destino è strano, è subdolo, una peste:
proprio oggi hai dichiarato la guerra ai carboidrati
ma i tuoi hanno ben pensato di anticipar le feste
e in tavola c’è un rotolo da guinnes dei primati,
piadine che la sagra di Dozza se le sogna,
fritture così bionde che neanche la Lecciso,
polpette da riempirti a mo’ di una zampogna.
A mente già progetti un mese solo a riso.

Ancora per stavolta onorerai il banchetto…
fortuna che poi a cena, da solo, starai in occhio:
senz’altre tentazioni potrai stare a stecchetto,
una tisana al massimo, al gusto di finocchio.

Ed ecco finalmente il rito della sera.
Avvolto nel pigiama, il bollitore pronto,
deciso a non arrenderti sopra alla zuccheriera,
ti chiedi se col miele sia forse un altro conto.

Ma ecco che un barattolo sfuggito ai tuoi controlli
ti guarda da una mensola con fare interessato,
eppure sei sicuro, sei fermo, tu non molli…
a patto che i biscotti non siano al cioccolato!
Sono il tuo punto debole quei cookies maledetti
e senza controllarla si allunga già la destra,
si avvolge intorno al tappo, rimandi i tuoi progetti,
ripassi mentalmente gli orari di palestra.

Controlli il calendario: “Ma gente, è martedì!”
Si sa, una nuova impresa, se vuoi che non sia vana,
va inaugurata sempre soltanto il lunedì:
hai tempo per pensarci, quasi una settimana.

Per questo siamo belli: per tutti i fallimenti
che irrimediabilmente, ahimè, collezioniamo.
Eppure basta poco per rinfrescar gli intenti:
il bello è che di crederci, noi no, non ci stanchiamo.

martedì 14 ottobre 2014

Dedicato a chi ha sessant'anni



Dedicato a chi ha sessant’anni, e non avrebbe mai immaginato
che a quest’età, anziché andar in pensione, sarebbe stato cassintegrato.
Avreste voluto comprarci una casa, o perlomeno pagarci l’affitto:
più che un dovere da padri a figli, sarebbe stato un vostro diritto.
Noi che di anni ne abbiamo trenta - le nostre lauree, i nostri bei voti -
non vediam l’ora di farci coraggio, guardarvi crescere i vostri nipoti,
prendere tutte le idee che ci vengono, fino alla nostra speranza più ardita,
e trasformarle in quel volo pazzesco generalmente chiamato vita.
Voi che oggi avete la lacrima facile, e facilmente pensate “ho fallito”,
tenete a mente che a noi non importa reggere in piedi alcun tipo di mito
dove i più vecchi non possono chiedere e dove i padri non piangono mai.
Noi non abbiamo paura di dirlo: è un mondo duro. Siamo nei guai.
Ma siamo insieme, scusate se è poco! Voi non dovete temere per noi.
Sessantottini, ex idealisti, ci volevate sembrar degli eroi,
vi sognavate pensioni serene, casette al mare e un gruzzolo in banca,
ma vi trovate più tesi di sempre, col corpo esausto e l’anima stanca.
Noi che i contratti senza scadenza dobbiam guardarli col cannocchiale,
che alla pensione già ci crediamo come si crede a Babbo Natale,
non ci offendiamo se di paghetta non ci potete offrire un granché:
i genitori che pensano a tutto sono soltanto un desueto cliché.
Ma se volete farci un regalo, dormite di notte e svegliatevi nuovi,
dite a voi stessi – e ditelo a noi – che non c’è rimedio che non si trovi;
cercatevi dentro un sorriso pulito, che della crisi non sappia niente,
e ricordatevi quanto era bello potere cedere a un atto incosciente
quando il destino era tutto da scrivere ed eravate scrittori ambiziosi.
Forse vi sembra di aver scritto male, ma avete scritto quello che siamo.
Che ci crediate o no non importa: è un mondo duro, eppure lo amiamo.
Forse noi giovani siamo il futuro, ma voi ci dovete aiutare a fiorire.
dedicato a chi ha sessant’anni: guardate che il bello deve ancora venire.