Dedicato a chi ha sessant’anni, e non avrebbe mai immaginato
che a quest’età, anziché andar in pensione, sarebbe stato
cassintegrato.
Avreste voluto comprarci una casa, o perlomeno pagarci l’affitto:
più che un dovere da padri a figli, sarebbe stato un vostro
diritto.
Noi che di anni ne abbiamo trenta - le nostre lauree, i
nostri bei voti -
non vediam l’ora di farci coraggio, guardarvi crescere i
vostri nipoti,
prendere tutte le idee che ci vengono, fino alla nostra
speranza più ardita,
e trasformarle in quel volo pazzesco generalmente chiamato
vita.
Voi che oggi avete la lacrima facile, e facilmente pensate “ho
fallito”,
tenete a mente che a noi non importa reggere in piedi alcun
tipo di mito
dove i più vecchi non possono chiedere e dove i padri non
piangono mai.
Noi non abbiamo paura di dirlo: è un mondo duro. Siamo nei
guai.
Ma siamo insieme, scusate se è poco! Voi non dovete temere
per noi.
Sessantottini, ex idealisti, ci volevate sembrar degli
eroi,
vi sognavate pensioni serene, casette al mare e un gruzzolo in
banca,
ma vi trovate più tesi di sempre, col corpo esausto e l’anima
stanca.
Noi che i contratti senza scadenza dobbiam guardarli col cannocchiale,
che alla pensione già ci crediamo come si crede a Babbo
Natale,
non ci offendiamo se di paghetta non ci potete offrire un
granché:
i genitori che pensano a tutto sono soltanto un desueto
cliché.
Ma se volete farci un regalo, dormite di notte e svegliatevi
nuovi,
dite a voi stessi – e ditelo a noi – che non c’è rimedio che
non si trovi;
cercatevi dentro un sorriso pulito, che della crisi non
sappia niente,
e ricordatevi quanto era bello potere cedere a un atto
incosciente
quando il destino era tutto da scrivere ed eravate scrittori
ambiziosi.
Forse vi sembra di aver scritto male, ma avete scritto quello
che siamo.
Che ci crediate o no non importa: è un mondo duro, eppure lo
amiamo.
Forse noi giovani siamo il futuro, ma voi ci dovete aiutare
a fiorire.
dedicato a chi ha sessant’anni: guardate che il bello deve
ancora venire.
Meritavate tutto e abbiamo poco da dare.
RispondiEliminaSarebbe bello poter dire: punto e a capo, ripartiamo da zero, anzi da 1.
Un sogno che ci ha sfiorato, un ideale che è appassito, un mondo che vogliamo migliore, un pensiero che non abbiamo gridato, un occhio di troppo che abbiamo chiuso, un'occasione che abbiamo sprecata...
Ormai si è fatta sera, ma, guardandosi intorno, chiudendo gli occhi, c'è ancora tanta luce... qua e là.
Un quasi sessantenne.
Tanta luce, vero, per la quale vale sempre la pena.
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