Chi si chiede cosa si fa qui si rassereni: esattamente non lo sa nessuno.
Io ci metto qualche parola e qualche foto.
Con un'unica regola: solo finché mi fa felice.

lunedì 24 febbraio 2014

Lunedì mattina e tutto ricomincia

Lunedì mattina: si torna al lavoro. Ciascuno a suo modo. C'è chi si mette all'opera tra annunci e curriculum da inviare, chi si appresta a fare un sacco di cose importantissime che non verranno pagate (perché fanno parte dei suoi doveri di mamma, di babbo, o semplicemente di persona), chi cercherà di studiare, chi avrà l'impressione di perdere la speranza, e chi comincerà la settimana come si comincia una nuova vita. La meraviglia di poter sempre ripartire. 

Il mio lavoro a scuola è un rinascere di continuo, e un continuo diventare grandi: io, lei preziosissima che lavora accanto a me, loro che ci guardano. Dopo la festa di carnevale di ieri - con la sfilata delle maschere, la premiazione delle più belle, la musica, i balli e un sacco di stelle filanti - la filastrocca se la sono meritata quei cinquanta marmocchi che ogni settimana, giorno dopo giorno, a scuola si aspettano qualcosa da noi. Siamo imperfette, siamo bravissime a sentirci inadeguate, ma fortunatamente non c'è tempo per le paranoie inutili: che ci sentiamo all'altezza o meno, a scuola, bisogna camminare vicino ai grandi di domani, e anche a passo spedito. La vita non sempre aspetta il momento giusto - non aspetta che siamo pronti - e spesso è una fortuna, perché la bellezza esplode molto prima e molto meglio di quanto avremmo potuto inventare a tavolino.
A chi riparte - grazie a tutto e nonostante tutto - buon lunedì!
Sedie e tavoli volanti, cerbottane, corpi a terra…
è soltanto un doposcuola, ma ricorda un po’ una guerra!
Verso l’una ha il via la sfida, alle 6 c’è il coprifuoco,
e se “appena” 5 orette a qualcuno sembran poco
quasi quasi lo assumiamo perché venga a controllare
quanto durano le pile quando si è in età scolare. 
Già lo sanno in seminario: Don Pasquale un po’ ci teme
quando fieri conquistiamo la sua mensa tutti insieme.
Qualche volta cerca invano di cambiare la sua sorte…
cosa pensa, di sfuggirci richiudendo due o tre porte?
Gengis Khan o il re degli Unni sono solo dei codardi
confrontati con i nostri personaggi più gagliardi,
e se quando ci si siede non c’è ancora la minestra
non è escluso che qualcuno provi a morder la maestra! 
Poi si studia nel “silenzio” per un’ora e mezza almeno:
c’è chi accampa scuse folli, chi va forte come un treno,
chi l’inglese lo sa al pari del polacco o del cinese,
e chi sembra abbia deciso di impiegarci tutto il mese.
E durante la merenda, alla bimba più vorace,
chi le spiega che non può mangiare il bimbo che le piace? 
Finalmente poi si gioca: c’è chi incolla, chi ritaglia,
chi ovviamente è sempre pronto a ingaggiare una battaglia,
quelli che, se son scoperti, dicon sempre “è stato lui!”
e alle povere maestre fan passar momenti bui… 
…Ma al di là della fatica, per fortuna, la bellezza
del guardare questi bimbi nella loro completezza,
di arrabbiarsi per amore (qualche volta per nervoso!)
ma di conservare sempre quello sguardo un po’ curioso
che pian piano ci permette, spesso in modo inaspettato,
di trovar la chiave giusta per il cuore più blindato. 
Tanto in fondo lo sappiamo: ogni bimbo è già custode
di un destino suo soltanto. Senza infamia e senza lode
non possiamo fare altro che ammirare il compimento
del prodigio che si svela in ogni singolo momento.
Chi saranno? Che faranno? Non abbiamo le risposte,
ma di certo, in questi bimbi, ci son verità nascoste
che noi abbiamo il privilegio di sentire da vicino
dividendo insieme a loro l’avventura di un cammino.
Siam capaci? Siamo adatte? Chi può dirlo per davvero?
Noi facciam quel che possiamo… tutto il resto è un bel mistero.
(mmm... questi non sono proprio i bimbi del doposcuola... qualcuno si riconosce?)

3 commenti:

  1. - ... verità nascoste che noi abbiamo il privilegio di sentire da vicino... -

    “ [...] le verità che l’intelligenza coglie direttamente, scopertamente nel mondo della piena luce, hanno qualcosa di meno profondo, di meno necessario di quelle che, nostro malgrado, la vita ci ha comunicato in un’impressione, materiale perché entrata in noi attraverso i nostri sensi, ma della quale possiamo estrarre lo spirito.”
    (Marcel Proust, La Ricerca del Tempo Perduto, VII)

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    1. Ciao Andrea! Mi piacciono molto questi scambi di citazioni e pensieri... che sono un arricchimento imprevisto, e per questo ancora più bello! Continua così, io gradisco :)

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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